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venerdì 2 gennaio 2009

Grande festa con Fabri Fibra accoglie l’anno nuovo

Bari festeggia l’anno nuovo a suon di hip hop

Grande spettacolo sul palco, anzi, per la precisione, su una delle tre casse armoniche allestite in corso Vittorio Emanuele a Bari. Mentre poco più in là si esibivano Patty Pravo e i Righeira, tra piazza del Ferrarese e Corso Cavour, dinanzi al vecchio teatro Margherita, infreddolito dalla brezza marina, il pubblico è stato riscaldato a suon di irriverente hip hop.
“Vedo che ci sono anche degli adulti” dal palco Fibra, quasi incredulo. Forse pensava che gente un po’ più grande si sarebbe indirizzata verso altre tipologie di musica per festeggiare l’arrivo del nuovo anno. E inveci lì, tutti con le mani al cielo ad acclamare Fabri Fibra col suo fedele Big Fish alla consolle.
Guidando l’armata di gente che aveva solo voglia di un po’ di sano divertimento, almeno per quella notte, una notte dove si gettano via tutte le delusioni ricevute in un arco di dodici mesi e si spera in un anno migliore, Fabrizio Tarducci ha esaltato la folla.
Sembrava uno di loro. La voglia di far macello, di divertire e divertirsi. L’umiltà che lo ha contraddistinto finora, non viene meno nei suoi live, consapevole del fatto che la sua realtà sembra essere un sogno. Dopo tanta gavetta, eccolo che fa muovere le mani a chi lo ama e a chi conosce la sua musica solo tramite qualche suo singolo. Tutti a saltare e Fabrizio Tarducci, emozionando, ha fatto volare in quell’ora di musica i tanti baresi accorsi per salutarlo e far festa con lui nella notte di San Silvestro.

Francesco Favia

Questo blog non rappresenta una testata giornalistica, in quanto viene aggiornato senza alcuna periodicità. Non può pertanto considerarsi un prodotto editoriale ai sensi della legge n. 62 del 7.03.2001

martedì 30 dicembre 2008

Bari festeggierà il nuovo anno con Fabri Fibra

Fabri Fibra? Eccolo qui. Il comune di Bari regalerà agli amanti dell’artista e dell’hip hop la sua presenza per dare il benvenuto all’anno nuovo. Chi è di Bari o della provincia e ama il rapper di Senigallia non può assolutamente perdere quest’evento gratuito che si terrà in piazza.
A suon di mirabolanti rime allieterà il pubblico barese. Sul palco oltre al Fibroga, sarà prevista la presenza di artisti del calibro di Morgan, Patty Pravo e direttamente dagli anni ’80, i simpatici Righeira. La festa di Capodanno del Comune di Bari non costerà nulla ai cittadini baresi, perché come lo scorso anno, sarà interamente sponsorizzata dalla BNL.

Francesco Favia

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venerdì 26 dicembre 2008

J. Ax, ritorno alle origini

I vecchietti fanno O, le nuove generazioni acclamano

Cavalcando il successo postmoderno dell’hip hop, J. Ax torna alle origini, facendo felici i suoi più vecchi fan. E s’intitola proprio i “Vecchietti fanno O”, probabilmente con dedica a sé stesso e a chi è cresciuto con la sua musica, il secondo singolo in attesa del suo nuovo lavoro, che secondo indiscrezioni, prenderebbe l’accattivante titolo “Rap 'n' roll”.
Attendendo l’album in uscita il prossimo 23 gennaio 2009, che dal titolo lascia presagire un mix tra rock e hip hop, forse per accontentare un po’ tutti i suoi fan, dalla vecchia guardia, a quelli che si sono avvicinati a lui, anche per ragioni anagrafiche, solo negli ultimi anni, possiamo ritrovare il tipico sound della Spaghetti Funk, che si pensava fosse solo un lontano ricordo, nel vivace videoclip girato in California.
Dopo "Limonare al multisala" , col suo nuovo singolo, continua l’opera di strizzare l’occhio alle nuovissime generazioni, con l’uso di ragazzini nel video e la scelta di parole ben mirate nei testi.
Decisamente migliori del suo recente passato artistico, i suoi nuovi contenuti irriverenti, sembrano avere un filo logico e inglobati nel giusto sound possono risultare efficaci anche nel tentativo di acquisire nuove schiere di fan e realizzare il sogno di chi su Facebook vorrebbe J.Ax a San Siro.

Francesco Favia


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domenica 21 dicembre 2008

Metal Carter, pagliaccio di ghiaccio: ci è o ci fa?

Un quel che dovrebbe essere un grido straziante e l’immagine del cadavere di un clown, introducono uno dei video cult per eccellenza di Youtube. Il famigerato “Pagliaccio di ghiaccio” è il prodotto che ha portato Metal Carter alla ribalta nazionale.
Un video il quale non si capisce bene se ci è o ci fa, incornicia una canzone dal testo nonsense, nelle quali risaltano la nonna stuprata con un poster di Vasco, il teschio sul collo di Max Pezzali ed il “manubrio” di una FIAT Panda.
Ambientato in un parco, Metal Carter si aggira decantando i suoi versi, accompagnato dalla sua crew di pagliacci, nel senso che i componenti hanno i volti decorati da un trucco da clown. Data la natura coreografica, strampalate movenze e girotondi vari, le intenzioni dell’artista romano sembrerebbero essere proprio quelle di un videoclip ironico e grottesco. Un’ironia di fondo che lascia spazio anche alla descrizione del personaggio Metal Carter: un personaggio scomodo, portavoce di tutta quella gente che è fuori dal sistema e che soffre. Per lo meno, così si presenta egli in questa canzone. Una canzone che seppur non bada alla metrica, seppur sconclusionata ha saputo lasciare il segno. E se fossero proprio le lacune emerse nelle sue canzoni il punto di forza di Metal Carter?
Ciò vorrebbe dire che per un’incisiva comunicazione, il personaggio creato, va ben oltre le padronanze tecniche. Al tempo e alla gente l’ardua sentenza.

Francesco Favia
Questo blog non rappresenta una testata giornalistica, in quanto viene aggiornato senza alcuna periodicità. Non può pertanto considerarsi un prodotto editoriale ai sensi della legge n. 62 del 7.03.2001

Trattato sulla Rima (“De Rimae”)

Spazio culturale a cura di Federica Cicchelli

La rima è un artificio letterario utilizzato sovente nei componimenti poetici
Fin da tempi antichi.
Ha la peculiarità di donare ritmicità e musicalità al testo, tant’è che ben si presta all’accompagnamento musicale (dando origine alle “canzoni”).
A partire dall’avvento della cosiddetta “metrica libera o poesia libera e dei versi sciolti” tipici della poesia novecentesca,oggi il suo utilizzo è diminuito largamente ,a causa del suo connotativo ambivalente.
La rima non è uno strumento di facile utilizzo, nonostante le comuni credenze; essa è connotata da regole precise ed inoltre impone inevitabilmente condizionamenti nell’uso del vocabolario, proprio per questo chi voglia utilizzarla deve essere ricercato. Il rischio che si presenta è, infatti, la perdita di raffinatezza del testo,in altre parole un autore poco esperto può finire per sottomettere la ricercatezza lessicale a favore della ricerca “rimica”. Una conseguenza di tale perdita è la decadenza dell’originalità del testo, che diviene mediocre e prevedibile.
La rima funziona quando:1) i termini implicati sono per lo più imprevedibili, eleganti(se essi non sono eruditi devono per lo meno essere pochi );2)La rima viene accostata ad altre figure retoriche;3)Non vi è eccessiva frequenza della stessa tipologia di rima (in particolare per la rima baciata);4)è meglio gradita se essa è sparsa tra i versi, non definendo uno schema geometrico,in quanto potrebbe apparire eccessivamente meccanico.
Concludendo, citiamo qualche brevissimo riferimento al “rap”.
“ Il rap (“poesia orale urbana”) è uno stile musicale sorto(prima in forma orale successivamente in forma scritta e,infine,mediata)negli
Stati Uniti,in particolare a New York,ad opera degli afroamericani verso la metà degli anni settanta (il primo rap inciso su disco risale al 1979con “Rapper’s delight”della Sugar hill gang”), e diventato parte di spicco della cultura moderna,soprattutto americana,ma ultimamente diffuso estesamente in tutto il mondo. Tipicamente il rap consiste di una sequenza di versi molto ritmati, incentrati su tecniche come rime baciate, assonanze ed allitterazioni. Chi scandisce tali versi, cioè il rapper, lo fa su una successione di note ("beat") realizzata tramite il beatmaking, suonata da un dj e fornita da un produttore o più strumentisti. I testi delle canzoni affrontano perlopiù tematiche a sfondo sociale,la vita vera della strada e dei ghetti afroamericani.”

Mia personale opinione al riguardo è che nella cultura italiana, con il nostro vocabolario, fare rap sia più complicato per quanto riguarda i testi, in particolare a causa delle parole lunghe e non tronche come in inglese; tuttavia, non per questo impossibile. Nonostante non vi sia una ricetta, credo che per fare anche qui un buon testo, occorra un ampio bagaglio culturale (attenzione!non intendo la laurea) riguardo al genere suddetto; una ricchezza di vocabolario(per non ripetersi e non scadere nel banale e volgare); infine, potrà apparire scontato ma in realtà non credo che lo sia, qualcosa di importante e sensato da dire.
Federica Cicchelli
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sabato 20 dicembre 2008

Spitty Cash e le sue difficoltà

Rapper o barzelletta vivente? Sicuramente un personaggio
Il più parodiato del web. Cliccatissimo su Youtube, è il terzo utente al mondo per commenti ricevuti sul medesimo sito. Citato sulla nota Nonciclopedia, è lui, è Spitty Cash. Ragazzone rumeno, faccia pulita, viso quasi ingenuo, è diventato un personaggio, tra i più noti della rete.
“Difficoltà nel ghetto”, reperibile senza difficoltà su Youtube, è ormai un cult. Uno dei tanti videoclip amatoriali postati da uno dei tanti ragazzi che si dilettano con la musica e nella fattispecie con l’hip hop.
Le buone intenzioni c’erano tutte. Trattare tematiche importanti come il passaggio dall’età adolescenziale alla vita adulta, nel quale l’unico scopo, o comunque il pensiero più importante, è quello di portare il pane a casa, svegliandosi presto tutte le mattine.
Una canzone con un beat nemmeno da disprezzare, ma sprazzi da gangsta senza senso, tra cui l’apoteosi nel finale “non dire porca miseria quando c'è Spitty nell'area... lo senti nell'aria questa roba è gangsta...fino in cima...MOTHERFUCKA...”, associati al pessimo video, ridicolizzato da mezza Italia, nonché lo sforzo di un rumeno che rappa in italiano, hanno fatto passare in secondo piano frasi notevoli, seppur velate di leggera retorica come “Ma ditemi cosa vedete quando li guardate negli occhi”. Gli occhi dei bambini poveri, diventati povri. Italiano storpiato, effetti speciali alquanto scadenti, base e immagini fuori sincrono, questa è la miscela di questa perla comica internettiana.
Sullo stesso stile sono gli altri video postati da Spitty Cash che sta cavalcando quest’onda di visibilità. È senz’altro la barzelletta della rete. Peccato, perché guardando qualche suo live in rumeno, si possono denotare le sue capacità con l’arte del rap.
E avrà notato queste capacità anche Gel, appartenente alle crew romana dei Truceklan. O forse ha solo notato il numero di cliccate del prode Spitty Cash, tant’è che è stato realizzato un featuring, orecchiabile e accattivante, inneggiante alla fratellanza italo-rumena.
I seguaci dei Truceklan, ma sopratutto i fan di Gel, hanno apprezzato poco il gesto. Era riuscito a strappare un contratto con la Sony e probabilmente avrebbe potuto evitare questa strategia commerciale.
Comunque onore a Gel, onore a Spittycash. Sono conosciuti. Hanno realizzato un obiettivo e ne avranno tanti altri da raggiungere.
“Difficoltà nel ghetto” resta un successo sbalorditivo. Mai si sono visti tutti quegli insulti sotto un video di Youtube. Nel bene o nel male, l’importante è che se ne parli. Oggi conta solo diventare noti, non importa se realizzando prodotti artistici di bassa qualità, se girando un porno o se cercando di andare sull’Isola dei Famosi.
Col web oggi non è impossibile raggiungere la notorietà, si spera solo di poter guardare video, ascoltare pezzi, leggere opere di una sempre maggiore qualità, senza soffermarsi alle sciocchezze che si limitano ad attirare semplicemente l’attenzione dei naviganti.

Francesco Favia

http://ciscofavia.blogspot.com/

Direttamente da Japigia, Geryl Mc, talento puro

Astro nascente dell’hip hop nostrano, acclamato sul web, ne sentiremo certamente parlare.


Gerardo Spagone, in arte Geryl Mc, a soli diciotto anni, strabocca di pensieri ed idee e le trasmette al resto del mondo a suon di mirabolanti rime. Voce radiofonica, talento da vendere, il prode Gerardo da Japigia, riceve consensi a destra e a manca dai navigatori del web.
Oltre ai strepitosi testi che ben farciscono ironici ed orecchiabili beat, il successo “internettiano” di Geryl è dovuto al videoclip girato tra le strade dei uno dei quartieri periferici del capoluogo pugliese. Nel grigio cemento di Japigia, quartiere in questione, s’impone la pestifera faccia del rapper barese che ci guida alla scoperta di quel mondo suburbano, solitamente dimenticato dal resto della città. Merito va anche a chi ha realizzato e montato il video, ossia Giulio Spagone, fratello maggiore di Geryl. Professione grafico, Giulio è riuscito con mezzi limitati, a metter su un simpatico video, capace non solo di attirare l’attenzione di centinaia e centinaia di internauti, ma anche di metter bene in evidenza il messaggio della canzone.
“Il gioco del silenzio” è il disco di Geryl Mc. Sei tracce autoprodotte, compongono questo cd che diverrà presto un pezzo da collezione. Per poterlo acquistare si deve contattare direttamente i fratelli Spagone. I link dei loro My Space sono i seguenti: http://www.myspace.com/gerylmc e http://it.youtube.com/giuspa84
Il disco parte sgommando con la coinvolgente musica di Space Jam, sulla quale Geryl ricama la presentazione di sé stesso, prosegue poi con l’acclamatissima “Non si scappa”. Segue poi la canzone che dà il titolo all’album, vale a dire “Il gioco del silenzio”, dalla musica torbida, spezzata sapientemente dalla squillante voce della vocalist Roby. La quarta traccia è probabilmente quella di maggior rilievo. “Testa o Croce”, presente sul suo My Space; in questo pezzo Geryl sfoggia tutto il suo talento di paroliere, o per meglio dire, giocoliere: gioca con le parole, conia rime spericolate, dando un gran spettacolo da ascoltare a palla con uno impianto stereo da minimo 100 watt.
La metropolitana “Crepe nell’asfalto” mostra un Geryl maturo, segnato da vicissitudini personali: “esperienze che hai dentro lasciano il segno, ricordi profondi come crepe nell’asfalto” fa il ritornello. E forse le delusioni che si hanno a diciotto anni sono le più dolorose proprio perché sono le prime. Tradimenti da parte di amici e non solo. Quando si cresce si impara a non dare più peso alle persone. Difficilmente si odia, ma allo stesso tempo è difficile amare intensamente. Frase degna di nota di questo splendido pezzo è “il tempo scorre come un nastro, ma non si riavvolge…” Splendida metafora, a mio parere.
Chiude questo superlativo mini-album un remix dell’inno dei ragazzi di periferia, probabilmente tratta da una prima demo.
A questo punto non ci resta che conoscere meglio il padre di questo eccellente lavoro. Molto gentilmente Geryl si è confessato per Report on line.



Ciao Geryl. Come stai vivendo questo consenso che stai ricevendo dagli utenti web?

Il mio obiettivo è essenzialmente COMUNICARE con ogni mezzo, mettendo a nudo alcune situazioni di cui posso parlare e soprattutto la cosa che mi entusiasma di più è ricevere l'ASCOLTO della gente: essermi trovato all'improvviso nel web, mettendomi alla prova, verificando il giudizio degli altri , ha cominciato a farmi capire che alcuni modi x comunicare sono più riusciti di altri e attraverso quello che so fare, mi piacerebbe scoprirne sempre di nuovi.

Concordi con me che internet sia l’invenzione del secolo, unico mezzo per poter comunicare senza compromessi, una manna per la democrazia e l’espressione individuale?

Certamente..... internet è un'invenzione fantastica, rende disponibile l'uso della comunicazione a tutti... cosa che, naturalmente,bisogna SAPER USARE; io sono convinto del fatto che in questi ultimi tempi la comunicazione abbia fatto passi da gigante e sia sempre più alla portata di tutti. Secondo me, è l'arma x cambiare il mondo

Precursori forse lo furono le radio libere. Oggi, malgrado tanti aspetti negativi di vita quotidiana, le generazioni odierne sono fortunate. Possono esprimere le proprie opinioni, i loro pensieri in totale libertà e condividere le loro idee con tantissima gente sparsa per il mondo. E la fortuna è anche leggere le opinioni, i commenti, le recensioni di gente comune. A volte c’è chi per mancanza di buon senso e ignoranza, ti scrive un commento negativo, non propriamente critico. Come vengono accolte da te queste provocazioni?

Sto imparando a distinguere le critiche costruttive da quelle distruttive: quelle costruttive servono a crescere sostanzialmente, perché fanno capire cosa realmente "non va" in quello che fai e il modo di migliorarlo; quelle distruttive sono fatte da gente che non vuole il tuo BENE, ma vuole solo scoraggiarti, oppure semplicemente persone che hanno altre visioni della realtà e non comprendono il fondo di quello che si vuole trasmettere.
Faccio un esempio per parte:
una critica costruttiva che ho ricevuto è stata "il video mi piace,ma aggiusta le movenze che sembri una rana";
una distruttiva che ho letto è stata "cosa volevi fare il Jovanotti dei poveri, sembri uno dei tanti che si è messo a rappare dopo 8 mile."

Gli dico di non ascoltarli e gli confesso che mi sarebbe piaciuto saper rappare. Mi dice sorridendo che mi darà qualche dritta un giorno…

Può anche esser vero che dopo la diffusione del fenomeno di Eminem molti ragazzi abbiano voluto rappare, ma non tutti ne sono capaci e non tutti hanno il tuo talento…

GRAZIE. Purtroppo è successo che in questo periodo il rap, che a mio avviso è un mezzo di comunicazione molto riuscito, sia finito in mano a molta gente, soprattutto a Bari con l’uscita di “8 mile” e l'apertura di Union Square in centro, che l'ha usato per divagare senza neanche pensare a cosa dire, ma questa gente lo deve fare perché è la moda; quindi chi esce in questo periodo con album o video, deve passare dal giudizio di molti che si vedono questa sfilza di "pseudo-eminem" e devono distinguere chi ha iniziato per moda da chi lo ha fatto perché aveva veramente qualcosa da dire.


“Non si scappa” pubblicato su Youtube è il videoclip di una tua canzone dedicata alle periferie, prendendo come punto di riferimento il quartiere nel quale vivi. Com’è abitare in periferia? Qual è il tuo rapporto con il quartiere?

Sono convinto che la periferia è diversa da qualunque altro luogo di una città. E’ affascinante e al contempo grezza. E’ inevitabilmente la parte più trascurata della città, è quella dove c'e' un giro di cui ti accorgi solo quando viene scoperto.
Tutta la canzone "Non si scappa" comunica che la periferia è il luogo da cui devi andartene forzatamente per fare carriera o successo… ed io nel ritornello sottolineo che c'e' gente che prende la decisione di andarsene o di restare, ma chi ci è nato non "scappa" dal luogo che l'ha formato nel BENE e nel male.


Altro pezzo da poter apprezzare sul web e precisamente sul tuo My Space è “Testa o croce”.
Riporto testualmente: “Deciditi alla svelta, il mondo non ti aspetta prima che tu rifletta, perennemente in bilico, a volte il mondo è cinico…” Classe ’89. Sei giovanissimo, una vita davanti. Hai paura del futuro? Cosa ti aspetti?


Allora....... Il pezzo "Testa o croce" tenta di mettere in rima un po’ di ambiguità della quale ci circondano e da cui noi giovani dobbiamo tenerci distanti.
Più precisamente parla del destino, con l'allegoria del "testa o croce" poiché, indecisi sul nostro destino, ci affidiamo a mezzi come la moneta per venirne fuori, per far scegliere a qualcun altro al posto nostro.
Tornando alla tua domanda, ho la paura di avere rimpianti dal futuro, per non aver provato esperienze che mi lasciassero qualcosa.

Spero che tu abbia tante soddisfazioni. Sono certo che ne avrai più della tua squadra del cuore alla quale hai dedicato delle rime. Hai cercato di coprire con una base spassosa, l’amarezza che un tifoso biancorosso non può che avere oggigiorno. Le parole della canzone, oltre ad essere un’iniziativa legata al progetto creato dal sito www.compriamola.it, vogliono essere un’autoironia, una provocazione o una seria, per quanto chimerica, proposta di metter su una cooperativa calcistica di stampo professionisitico?

Il pezzo "compriamola" è stata una mia iniziativa, in seguito accettata dal sito. Non mi aspettavo che la mettessero nella pagina iniziale. La cosa è nata dal rimorso che sento come tifoso innanzitutto, e dalla voglia di musicare tutto quello che ho attorno. Mi sono fatto una base musicata per prenderla ironicamente e faccio i salti di gioia pensando al fatto che sia stata ascoltata da centinaia di persone e qualcuno l'abbia sul cellulare e poi mi è piaciuto approcciare col mondo degli sconfortati ultras baresi

Cosa ne pensi di chi ha sfondato nell’hip hop come Fabri Fibra? Credi che durerà o sarà solo un altro fenomeno che tenderà ad eclissarsi come se ne sono visti tanti negli anni ’90 come per esempio Piotta, Articolo 31, Sottotono.

Fabri Fibra, come Piotta, gli Articolo e i Sottotono fanno un genere diverso da quello che spingevano agli inizi. Ora è molto più commerciale perché va di moda e soprattutto perché a loro porta più soldi, l'hanno detto loro stessi!! Comunque Fabri Fibra è sempre stato un grande provocatore e forse ha trovcato il modo per far arrivare il suo messaggio alla grande massa.

Curatore dell’ormai noto video girato nel quartiere periferico di Japigia, dove stradoni e grigi caseggiati fanno da sfondo e cornice, è tuo fratello. Si occupa anche della tua immagine e dei contatti. Devi avere un ottimo rapporto con lui. Spesso tra fratelli si bisticcia, ma forse la vostra comune passione per l’hip hop vi ha uniti ben oltre il legame di sangue, vero?

Già… Non abbiamo scoperto da molto tempo di avere questa passione in comune, e ne sono rimasto abbastanza sorpreso! Lo considero il mio "curatore d'immagine e manager" e che sia della mia famiglia aiuta , oltre al fatto che si sono rafforzarti i rapporti ed è aumentata la fiducia reciproca.

Geryl sei stato gentilissimo. Per concludere, vogliamo dire ai nostri lettori, almeno a chi risiede in Bari e provincia, dove possono venire a vedere le tue performance live?

Sul mio space www.myspace.com/gerylmc aggiorno le mie date di esibizione. Comunque dovrei esibirmi al Nordwind il 3 febbraio, se dovessi passare il turno eliminatorio! Speriamo.


Ti ringrazio Jeryl. Ti faccio gli “in bocca al lupo” augurandomi di vedere presto un tuo disco sugli scaffali dei negozietti, dei megastore e degli ipermercati d’Italia e, perché no, anche oltre confine.

Qui si scrivono le rime, senza fine, sperando un giorno di passare il confine.





Francesco Favia



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