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martedì 30 dicembre 2008

Bari festeggierà il nuovo anno con Fabri Fibra

Fabri Fibra? Eccolo qui. Il comune di Bari regalerà agli amanti dell’artista e dell’hip hop la sua presenza per dare il benvenuto all’anno nuovo. Chi è di Bari o della provincia e ama il rapper di Senigallia non può assolutamente perdere quest’evento gratuito che si terrà in piazza.
A suon di mirabolanti rime allieterà il pubblico barese. Sul palco oltre al Fibroga, sarà prevista la presenza di artisti del calibro di Morgan, Patty Pravo e direttamente dagli anni ’80, i simpatici Righeira. La festa di Capodanno del Comune di Bari non costerà nulla ai cittadini baresi, perché come lo scorso anno, sarà interamente sponsorizzata dalla BNL.

Francesco Favia

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venerdì 26 dicembre 2008

J. Ax, ritorno alle origini

I vecchietti fanno O, le nuove generazioni acclamano

Cavalcando il successo postmoderno dell’hip hop, J. Ax torna alle origini, facendo felici i suoi più vecchi fan. E s’intitola proprio i “Vecchietti fanno O”, probabilmente con dedica a sé stesso e a chi è cresciuto con la sua musica, il secondo singolo in attesa del suo nuovo lavoro, che secondo indiscrezioni, prenderebbe l’accattivante titolo “Rap 'n' roll”.
Attendendo l’album in uscita il prossimo 23 gennaio 2009, che dal titolo lascia presagire un mix tra rock e hip hop, forse per accontentare un po’ tutti i suoi fan, dalla vecchia guardia, a quelli che si sono avvicinati a lui, anche per ragioni anagrafiche, solo negli ultimi anni, possiamo ritrovare il tipico sound della Spaghetti Funk, che si pensava fosse solo un lontano ricordo, nel vivace videoclip girato in California.
Dopo "Limonare al multisala" , col suo nuovo singolo, continua l’opera di strizzare l’occhio alle nuovissime generazioni, con l’uso di ragazzini nel video e la scelta di parole ben mirate nei testi.
Decisamente migliori del suo recente passato artistico, i suoi nuovi contenuti irriverenti, sembrano avere un filo logico e inglobati nel giusto sound possono risultare efficaci anche nel tentativo di acquisire nuove schiere di fan e realizzare il sogno di chi su Facebook vorrebbe J.Ax a San Siro.

Francesco Favia


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domenica 21 dicembre 2008

Metal Carter, pagliaccio di ghiaccio: ci è o ci fa?

Un quel che dovrebbe essere un grido straziante e l’immagine del cadavere di un clown, introducono uno dei video cult per eccellenza di Youtube. Il famigerato “Pagliaccio di ghiaccio” è il prodotto che ha portato Metal Carter alla ribalta nazionale.
Un video il quale non si capisce bene se ci è o ci fa, incornicia una canzone dal testo nonsense, nelle quali risaltano la nonna stuprata con un poster di Vasco, il teschio sul collo di Max Pezzali ed il “manubrio” di una FIAT Panda.
Ambientato in un parco, Metal Carter si aggira decantando i suoi versi, accompagnato dalla sua crew di pagliacci, nel senso che i componenti hanno i volti decorati da un trucco da clown. Data la natura coreografica, strampalate movenze e girotondi vari, le intenzioni dell’artista romano sembrerebbero essere proprio quelle di un videoclip ironico e grottesco. Un’ironia di fondo che lascia spazio anche alla descrizione del personaggio Metal Carter: un personaggio scomodo, portavoce di tutta quella gente che è fuori dal sistema e che soffre. Per lo meno, così si presenta egli in questa canzone. Una canzone che seppur non bada alla metrica, seppur sconclusionata ha saputo lasciare il segno. E se fossero proprio le lacune emerse nelle sue canzoni il punto di forza di Metal Carter?
Ciò vorrebbe dire che per un’incisiva comunicazione, il personaggio creato, va ben oltre le padronanze tecniche. Al tempo e alla gente l’ardua sentenza.

Francesco Favia
Questo blog non rappresenta una testata giornalistica, in quanto viene aggiornato senza alcuna periodicità. Non può pertanto considerarsi un prodotto editoriale ai sensi della legge n. 62 del 7.03.2001

Trattato sulla Rima (“De Rimae”)

Spazio culturale a cura di Federica Cicchelli

La rima è un artificio letterario utilizzato sovente nei componimenti poetici
Fin da tempi antichi.
Ha la peculiarità di donare ritmicità e musicalità al testo, tant’è che ben si presta all’accompagnamento musicale (dando origine alle “canzoni”).
A partire dall’avvento della cosiddetta “metrica libera o poesia libera e dei versi sciolti” tipici della poesia novecentesca,oggi il suo utilizzo è diminuito largamente ,a causa del suo connotativo ambivalente.
La rima non è uno strumento di facile utilizzo, nonostante le comuni credenze; essa è connotata da regole precise ed inoltre impone inevitabilmente condizionamenti nell’uso del vocabolario, proprio per questo chi voglia utilizzarla deve essere ricercato. Il rischio che si presenta è, infatti, la perdita di raffinatezza del testo,in altre parole un autore poco esperto può finire per sottomettere la ricercatezza lessicale a favore della ricerca “rimica”. Una conseguenza di tale perdita è la decadenza dell’originalità del testo, che diviene mediocre e prevedibile.
La rima funziona quando:1) i termini implicati sono per lo più imprevedibili, eleganti(se essi non sono eruditi devono per lo meno essere pochi );2)La rima viene accostata ad altre figure retoriche;3)Non vi è eccessiva frequenza della stessa tipologia di rima (in particolare per la rima baciata);4)è meglio gradita se essa è sparsa tra i versi, non definendo uno schema geometrico,in quanto potrebbe apparire eccessivamente meccanico.
Concludendo, citiamo qualche brevissimo riferimento al “rap”.
“ Il rap (“poesia orale urbana”) è uno stile musicale sorto(prima in forma orale successivamente in forma scritta e,infine,mediata)negli
Stati Uniti,in particolare a New York,ad opera degli afroamericani verso la metà degli anni settanta (il primo rap inciso su disco risale al 1979con “Rapper’s delight”della Sugar hill gang”), e diventato parte di spicco della cultura moderna,soprattutto americana,ma ultimamente diffuso estesamente in tutto il mondo. Tipicamente il rap consiste di una sequenza di versi molto ritmati, incentrati su tecniche come rime baciate, assonanze ed allitterazioni. Chi scandisce tali versi, cioè il rapper, lo fa su una successione di note ("beat") realizzata tramite il beatmaking, suonata da un dj e fornita da un produttore o più strumentisti. I testi delle canzoni affrontano perlopiù tematiche a sfondo sociale,la vita vera della strada e dei ghetti afroamericani.”

Mia personale opinione al riguardo è che nella cultura italiana, con il nostro vocabolario, fare rap sia più complicato per quanto riguarda i testi, in particolare a causa delle parole lunghe e non tronche come in inglese; tuttavia, non per questo impossibile. Nonostante non vi sia una ricetta, credo che per fare anche qui un buon testo, occorra un ampio bagaglio culturale (attenzione!non intendo la laurea) riguardo al genere suddetto; una ricchezza di vocabolario(per non ripetersi e non scadere nel banale e volgare); infine, potrà apparire scontato ma in realtà non credo che lo sia, qualcosa di importante e sensato da dire.
Federica Cicchelli
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sabato 20 dicembre 2008

Spitty Cash e le sue difficoltà

Rapper o barzelletta vivente? Sicuramente un personaggio
Il più parodiato del web. Cliccatissimo su Youtube, è il terzo utente al mondo per commenti ricevuti sul medesimo sito. Citato sulla nota Nonciclopedia, è lui, è Spitty Cash. Ragazzone rumeno, faccia pulita, viso quasi ingenuo, è diventato un personaggio, tra i più noti della rete.
“Difficoltà nel ghetto”, reperibile senza difficoltà su Youtube, è ormai un cult. Uno dei tanti videoclip amatoriali postati da uno dei tanti ragazzi che si dilettano con la musica e nella fattispecie con l’hip hop.
Le buone intenzioni c’erano tutte. Trattare tematiche importanti come il passaggio dall’età adolescenziale alla vita adulta, nel quale l’unico scopo, o comunque il pensiero più importante, è quello di portare il pane a casa, svegliandosi presto tutte le mattine.
Una canzone con un beat nemmeno da disprezzare, ma sprazzi da gangsta senza senso, tra cui l’apoteosi nel finale “non dire porca miseria quando c'è Spitty nell'area... lo senti nell'aria questa roba è gangsta...fino in cima...MOTHERFUCKA...”, associati al pessimo video, ridicolizzato da mezza Italia, nonché lo sforzo di un rumeno che rappa in italiano, hanno fatto passare in secondo piano frasi notevoli, seppur velate di leggera retorica come “Ma ditemi cosa vedete quando li guardate negli occhi”. Gli occhi dei bambini poveri, diventati povri. Italiano storpiato, effetti speciali alquanto scadenti, base e immagini fuori sincrono, questa è la miscela di questa perla comica internettiana.
Sullo stesso stile sono gli altri video postati da Spitty Cash che sta cavalcando quest’onda di visibilità. È senz’altro la barzelletta della rete. Peccato, perché guardando qualche suo live in rumeno, si possono denotare le sue capacità con l’arte del rap.
E avrà notato queste capacità anche Gel, appartenente alle crew romana dei Truceklan. O forse ha solo notato il numero di cliccate del prode Spitty Cash, tant’è che è stato realizzato un featuring, orecchiabile e accattivante, inneggiante alla fratellanza italo-rumena.
I seguaci dei Truceklan, ma sopratutto i fan di Gel, hanno apprezzato poco il gesto. Era riuscito a strappare un contratto con la Sony e probabilmente avrebbe potuto evitare questa strategia commerciale.
Comunque onore a Gel, onore a Spittycash. Sono conosciuti. Hanno realizzato un obiettivo e ne avranno tanti altri da raggiungere.
“Difficoltà nel ghetto” resta un successo sbalorditivo. Mai si sono visti tutti quegli insulti sotto un video di Youtube. Nel bene o nel male, l’importante è che se ne parli. Oggi conta solo diventare noti, non importa se realizzando prodotti artistici di bassa qualità, se girando un porno o se cercando di andare sull’Isola dei Famosi.
Col web oggi non è impossibile raggiungere la notorietà, si spera solo di poter guardare video, ascoltare pezzi, leggere opere di una sempre maggiore qualità, senza soffermarsi alle sciocchezze che si limitano ad attirare semplicemente l’attenzione dei naviganti.

Francesco Favia

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Direttamente da Japigia, Geryl Mc, talento puro

Astro nascente dell’hip hop nostrano, acclamato sul web, ne sentiremo certamente parlare.


Gerardo Spagone, in arte Geryl Mc, a soli diciotto anni, strabocca di pensieri ed idee e le trasmette al resto del mondo a suon di mirabolanti rime. Voce radiofonica, talento da vendere, il prode Gerardo da Japigia, riceve consensi a destra e a manca dai navigatori del web.
Oltre ai strepitosi testi che ben farciscono ironici ed orecchiabili beat, il successo “internettiano” di Geryl è dovuto al videoclip girato tra le strade dei uno dei quartieri periferici del capoluogo pugliese. Nel grigio cemento di Japigia, quartiere in questione, s’impone la pestifera faccia del rapper barese che ci guida alla scoperta di quel mondo suburbano, solitamente dimenticato dal resto della città. Merito va anche a chi ha realizzato e montato il video, ossia Giulio Spagone, fratello maggiore di Geryl. Professione grafico, Giulio è riuscito con mezzi limitati, a metter su un simpatico video, capace non solo di attirare l’attenzione di centinaia e centinaia di internauti, ma anche di metter bene in evidenza il messaggio della canzone.
“Il gioco del silenzio” è il disco di Geryl Mc. Sei tracce autoprodotte, compongono questo cd che diverrà presto un pezzo da collezione. Per poterlo acquistare si deve contattare direttamente i fratelli Spagone. I link dei loro My Space sono i seguenti: http://www.myspace.com/gerylmc e http://it.youtube.com/giuspa84
Il disco parte sgommando con la coinvolgente musica di Space Jam, sulla quale Geryl ricama la presentazione di sé stesso, prosegue poi con l’acclamatissima “Non si scappa”. Segue poi la canzone che dà il titolo all’album, vale a dire “Il gioco del silenzio”, dalla musica torbida, spezzata sapientemente dalla squillante voce della vocalist Roby. La quarta traccia è probabilmente quella di maggior rilievo. “Testa o Croce”, presente sul suo My Space; in questo pezzo Geryl sfoggia tutto il suo talento di paroliere, o per meglio dire, giocoliere: gioca con le parole, conia rime spericolate, dando un gran spettacolo da ascoltare a palla con uno impianto stereo da minimo 100 watt.
La metropolitana “Crepe nell’asfalto” mostra un Geryl maturo, segnato da vicissitudini personali: “esperienze che hai dentro lasciano il segno, ricordi profondi come crepe nell’asfalto” fa il ritornello. E forse le delusioni che si hanno a diciotto anni sono le più dolorose proprio perché sono le prime. Tradimenti da parte di amici e non solo. Quando si cresce si impara a non dare più peso alle persone. Difficilmente si odia, ma allo stesso tempo è difficile amare intensamente. Frase degna di nota di questo splendido pezzo è “il tempo scorre come un nastro, ma non si riavvolge…” Splendida metafora, a mio parere.
Chiude questo superlativo mini-album un remix dell’inno dei ragazzi di periferia, probabilmente tratta da una prima demo.
A questo punto non ci resta che conoscere meglio il padre di questo eccellente lavoro. Molto gentilmente Geryl si è confessato per Report on line.



Ciao Geryl. Come stai vivendo questo consenso che stai ricevendo dagli utenti web?

Il mio obiettivo è essenzialmente COMUNICARE con ogni mezzo, mettendo a nudo alcune situazioni di cui posso parlare e soprattutto la cosa che mi entusiasma di più è ricevere l'ASCOLTO della gente: essermi trovato all'improvviso nel web, mettendomi alla prova, verificando il giudizio degli altri , ha cominciato a farmi capire che alcuni modi x comunicare sono più riusciti di altri e attraverso quello che so fare, mi piacerebbe scoprirne sempre di nuovi.

Concordi con me che internet sia l’invenzione del secolo, unico mezzo per poter comunicare senza compromessi, una manna per la democrazia e l’espressione individuale?

Certamente..... internet è un'invenzione fantastica, rende disponibile l'uso della comunicazione a tutti... cosa che, naturalmente,bisogna SAPER USARE; io sono convinto del fatto che in questi ultimi tempi la comunicazione abbia fatto passi da gigante e sia sempre più alla portata di tutti. Secondo me, è l'arma x cambiare il mondo

Precursori forse lo furono le radio libere. Oggi, malgrado tanti aspetti negativi di vita quotidiana, le generazioni odierne sono fortunate. Possono esprimere le proprie opinioni, i loro pensieri in totale libertà e condividere le loro idee con tantissima gente sparsa per il mondo. E la fortuna è anche leggere le opinioni, i commenti, le recensioni di gente comune. A volte c’è chi per mancanza di buon senso e ignoranza, ti scrive un commento negativo, non propriamente critico. Come vengono accolte da te queste provocazioni?

Sto imparando a distinguere le critiche costruttive da quelle distruttive: quelle costruttive servono a crescere sostanzialmente, perché fanno capire cosa realmente "non va" in quello che fai e il modo di migliorarlo; quelle distruttive sono fatte da gente che non vuole il tuo BENE, ma vuole solo scoraggiarti, oppure semplicemente persone che hanno altre visioni della realtà e non comprendono il fondo di quello che si vuole trasmettere.
Faccio un esempio per parte:
una critica costruttiva che ho ricevuto è stata "il video mi piace,ma aggiusta le movenze che sembri una rana";
una distruttiva che ho letto è stata "cosa volevi fare il Jovanotti dei poveri, sembri uno dei tanti che si è messo a rappare dopo 8 mile."

Gli dico di non ascoltarli e gli confesso che mi sarebbe piaciuto saper rappare. Mi dice sorridendo che mi darà qualche dritta un giorno…

Può anche esser vero che dopo la diffusione del fenomeno di Eminem molti ragazzi abbiano voluto rappare, ma non tutti ne sono capaci e non tutti hanno il tuo talento…

GRAZIE. Purtroppo è successo che in questo periodo il rap, che a mio avviso è un mezzo di comunicazione molto riuscito, sia finito in mano a molta gente, soprattutto a Bari con l’uscita di “8 mile” e l'apertura di Union Square in centro, che l'ha usato per divagare senza neanche pensare a cosa dire, ma questa gente lo deve fare perché è la moda; quindi chi esce in questo periodo con album o video, deve passare dal giudizio di molti che si vedono questa sfilza di "pseudo-eminem" e devono distinguere chi ha iniziato per moda da chi lo ha fatto perché aveva veramente qualcosa da dire.


“Non si scappa” pubblicato su Youtube è il videoclip di una tua canzone dedicata alle periferie, prendendo come punto di riferimento il quartiere nel quale vivi. Com’è abitare in periferia? Qual è il tuo rapporto con il quartiere?

Sono convinto che la periferia è diversa da qualunque altro luogo di una città. E’ affascinante e al contempo grezza. E’ inevitabilmente la parte più trascurata della città, è quella dove c'e' un giro di cui ti accorgi solo quando viene scoperto.
Tutta la canzone "Non si scappa" comunica che la periferia è il luogo da cui devi andartene forzatamente per fare carriera o successo… ed io nel ritornello sottolineo che c'e' gente che prende la decisione di andarsene o di restare, ma chi ci è nato non "scappa" dal luogo che l'ha formato nel BENE e nel male.


Altro pezzo da poter apprezzare sul web e precisamente sul tuo My Space è “Testa o croce”.
Riporto testualmente: “Deciditi alla svelta, il mondo non ti aspetta prima che tu rifletta, perennemente in bilico, a volte il mondo è cinico…” Classe ’89. Sei giovanissimo, una vita davanti. Hai paura del futuro? Cosa ti aspetti?


Allora....... Il pezzo "Testa o croce" tenta di mettere in rima un po’ di ambiguità della quale ci circondano e da cui noi giovani dobbiamo tenerci distanti.
Più precisamente parla del destino, con l'allegoria del "testa o croce" poiché, indecisi sul nostro destino, ci affidiamo a mezzi come la moneta per venirne fuori, per far scegliere a qualcun altro al posto nostro.
Tornando alla tua domanda, ho la paura di avere rimpianti dal futuro, per non aver provato esperienze che mi lasciassero qualcosa.

Spero che tu abbia tante soddisfazioni. Sono certo che ne avrai più della tua squadra del cuore alla quale hai dedicato delle rime. Hai cercato di coprire con una base spassosa, l’amarezza che un tifoso biancorosso non può che avere oggigiorno. Le parole della canzone, oltre ad essere un’iniziativa legata al progetto creato dal sito www.compriamola.it, vogliono essere un’autoironia, una provocazione o una seria, per quanto chimerica, proposta di metter su una cooperativa calcistica di stampo professionisitico?

Il pezzo "compriamola" è stata una mia iniziativa, in seguito accettata dal sito. Non mi aspettavo che la mettessero nella pagina iniziale. La cosa è nata dal rimorso che sento come tifoso innanzitutto, e dalla voglia di musicare tutto quello che ho attorno. Mi sono fatto una base musicata per prenderla ironicamente e faccio i salti di gioia pensando al fatto che sia stata ascoltata da centinaia di persone e qualcuno l'abbia sul cellulare e poi mi è piaciuto approcciare col mondo degli sconfortati ultras baresi

Cosa ne pensi di chi ha sfondato nell’hip hop come Fabri Fibra? Credi che durerà o sarà solo un altro fenomeno che tenderà ad eclissarsi come se ne sono visti tanti negli anni ’90 come per esempio Piotta, Articolo 31, Sottotono.

Fabri Fibra, come Piotta, gli Articolo e i Sottotono fanno un genere diverso da quello che spingevano agli inizi. Ora è molto più commerciale perché va di moda e soprattutto perché a loro porta più soldi, l'hanno detto loro stessi!! Comunque Fabri Fibra è sempre stato un grande provocatore e forse ha trovcato il modo per far arrivare il suo messaggio alla grande massa.

Curatore dell’ormai noto video girato nel quartiere periferico di Japigia, dove stradoni e grigi caseggiati fanno da sfondo e cornice, è tuo fratello. Si occupa anche della tua immagine e dei contatti. Devi avere un ottimo rapporto con lui. Spesso tra fratelli si bisticcia, ma forse la vostra comune passione per l’hip hop vi ha uniti ben oltre il legame di sangue, vero?

Già… Non abbiamo scoperto da molto tempo di avere questa passione in comune, e ne sono rimasto abbastanza sorpreso! Lo considero il mio "curatore d'immagine e manager" e che sia della mia famiglia aiuta , oltre al fatto che si sono rafforzarti i rapporti ed è aumentata la fiducia reciproca.

Geryl sei stato gentilissimo. Per concludere, vogliamo dire ai nostri lettori, almeno a chi risiede in Bari e provincia, dove possono venire a vedere le tue performance live?

Sul mio space www.myspace.com/gerylmc aggiorno le mie date di esibizione. Comunque dovrei esibirmi al Nordwind il 3 febbraio, se dovessi passare il turno eliminatorio! Speriamo.


Ti ringrazio Jeryl. Ti faccio gli “in bocca al lupo” augurandomi di vedere presto un tuo disco sugli scaffali dei negozietti, dei megastore e degli ipermercati d’Italia e, perché no, anche oltre confine.

Qui si scrivono le rime, senza fine, sperando un giorno di passare il confine.





Francesco Favia



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Hip hop, musica del nuovo millennio

Successo dopo anni di gavetta nell’underground per i più noti e speculazione da parte degli artisti in declino

Successo dopo anni di gavetta nell’underground per i più noti e speculazione da parte degli artisti in declino
Il panorama musicale italiano negli ultimi anni ha subito un cambiamento non indifferente, portando sempre più alla ribalta gli MC e i vari esponenti della scena hip hop italiana, che dopo qualche spiraglio negli anni ’90, ha sempre vissuto in penombra, esprimendosi tra i cunicoli dell’underground.
Ogni volta che ci si affaccia ad un nuovo decennio, si assiste ad un cambiamento più o meno drastico di stili e tendenze musicali, le quali poi ovviamente incidono anche su modi di vivere e vestire. Cambiamenti musicali spesso portati da venti anglo-americani.
Si è passato dagli “urlatori” alla Beat Music dagli anni ’50 ai ’60, a musiche e testi spigolosi nei ’70 dopo le rivolte del ’68, alla musica più elettronica nuovamente meno impegnata degli ‘anni 80 al fritto misto degli anni ’90, dove anche il rap, la dance o il rock più duro si tramutavano in pop music.
Nei primi anni del nuovo millennio dagli U.S.A. arrivano ondate di musica hip hop, le quali invadono le televisioni musicali e le radio di mezzo mondo, Italia compresa. Se in Italia la gente non consumatrice di rap, conosceva a malapena Puff Daddy o al massimo, nella vesti di attore brillante, Will Smith, grazie al successo del telefilm omonimo, imparerà ad apprezzare gesta e sguardi da gangsta dei vari Jay-Z, Snoop Dogg, 50 cent. Tutta gente poco raccomandabile che con la musica è riuscita ad arricchirsi, facendo conoscere al mondo intero il rap, quest’arte metropolitana della quale hanno usufruito, cavalcando l’onda, anche artisti in declino come Mariah Carey o altri in ascesa come Justin Justin Timberlake o le icone femminili Jennifer Lopez e Madonna. L’unico che forse non si è venduto, ma sicuramente il più venduto, è quel Marshall Bruce Mathers III, noto come Eminem, che, mantenendo sempre il suo irriverente stile, ha preso a schiaffi il mondo, mostrando anche sugli schermi il degrado, la dura realtà dalla quale nascono le parole di questo genere di musica, strumento di rivalsa.
In Italia i discografici, fiutando l’affare, notando il successo di 8 Mile nei cinema e la grande affluenza di gente nei locali hip hop, hanno iniziato a guardarsi in giro, pescando qualche talento.
Sono sorti fenomeni musicali, ma direi anche di costume come Fabri Fibra, proveniente già dallo sbalorditivo successo di Mr. Simpatia, secondo album da solista, prodotto e distribuito da un’etichetta indipendente. Le major fiduciose, hanno dunque lanciato anche altri artisti come il bolognese Inoki; Nesli, fratello di Fabri Fibra e Vacca, rappar di Quarto Oggiaro, periferia milanese, anch’egli come Nesli facente parte della crew del rapper marchigiano e presente sul palco ai suoi concerti.
Non saranno paragonabili alle East Coast e alla West Coast statunitensi, ma anche qui in Italia abbiamo diverse fazioni: un’altra, oltre quella succitata, è prettamente milanese, da anni impegnata nell’underground, lanciata ultimamente sul grande mercato dalle major, seppur con successo inferiore all’indiscusso, almeno sul termine di vendite, Fabri Fibra. Le colonne portanti di questa scuola di rappers sono i membri di Club Dogo e Dogo Gang, dalle quali è spiccato al grande pubblico il siciliano Marracash.
Le tematiche sono state rispettate sia da Fibra e company che dal secondo gruppo di rappers nei loro dischi prodotti dalle major, nonostante i fan di Fibra, che ritengono per l’appunto Mr. Simpatia il miglior album dell’artista, e i vari estimatori di hip hop accusino il signor Tarducci di aver cambiato stile per il denaro. Al di là del fatto che se una persona può far soldi con la musica o qualsiasi altra forma d’arte, evitando quindi di andarsi a stressare con un lavoro normale, questa persona non dovrebbe esser denominata come venduta, gli ultimi due dischi di Fabri Fibra sembrano avere un’impronta diversa per il semplice fatto che il beat è stato prodotto da Fish, tra l’altro uno dei miglior produttori musicali di stampo hip hop che si possono trovare in Italia. È normale, dunque, che cambiato dj, cambia beat e se poi il beat risulta essere poco underground, ciò non è un difetto a priori.
I Club Dogo si sono fatti conoscere al grande pubblico col singolo dal titolo colorito “Mi hanno detto che la vita è una P******, contenuto nell’album “Vile Denaro”. Sound e tematiche rimaste invariate, forse fin troppo. Sicuramente è la politica della loro musica e cercano di improntarsi su un determinato stile, ma alla fine risultano monotematici e snervanti dato che non fanno altro che esaltarsi a gangsta, dimostrandosi più dei bulletti di periferia che dei veri criminali. Dovrebbero illustrare meglio le problematiche dell’ hinterland milanese, piuttosto che fare gli spocchiosi, dicendo che nei loro quartieri si spaccia e si ruba per vivere. A parte il fatto che la droga oggi è venduta anche da gente insospettabile, magari proprio per arrotondare lo stipendio e non si trova dunque solo in periferia, i quartieri periferici milanesi non sono certo i distretti del Bronx o città del Sudamerica. Sono più rappresentabili come quartieri, una volta dormitori, dove la maggior parte della gente lavora. In passato dormitori, poiché, a quanto pare, supermercati e farmacie e altri servizi oggi non mancano, rispetto a molte periferie del sud Italia. Anzi, molto più pericolosi sono quartieri come Scampia a Napoli o lo Zen a Palermo. L’atteggiamento di certi rappars nelle loro rime, è senz’altro fuori luogo.
Molto meglio la frustrazione, spesso espressa con simpatica irriverenza, di Fabrizio Tarducci, alias Fabri Fibra. Frustrazione vera, di vita vissuta, dunque di pessime situazioni lavorative, ragazze dalla dubbia dignità morale, sconforto derivato dal fatto che la sua musica piace, ma non gli consente di cambiare la vita. Tutto questo c’era nei suoi dischi underground, adesso, in “Tradimento” e ancor di più in “Bugiardo”, ci sono la frustrazione e la rabbia procurate dal degrado morale del mondo del successo. C’è chi lo accusa di fare il verso ad Eminem. Sicuramente come stile nei testi ci avrà preso spunto e ancor più sicuramente nel cambio di voce in alcune sue canzoni, ma resta pur sempre quello che ci sa fare di più col microfono in Italia. Abbiamo avuto i cloni di Elvis a Sanremo negli anni ’60, siamo pieni di gente che si crede Vasco e che magari ha anche avuto un discreto successo, seppur sembrano delle parodie, perché dovremmo denigrare un’ottima copia? Tra l’altro gli italiani preferiscono comprare ottime copie piuttosto che gli originali.
Di cattivo gusto, parlandone sempre da spettatore esterno, è il presunto riavvicinamento di J. Ax e company all’hip hop. Il signor Aleotti sin da quando faceva rap, si dichiarava estromesso a certe realtà, per non parlare dei Gemelli Diversi che hanno sempre puntato su uno stile pop, poiché dicevano loro stessi nelle varie interviste, che essendo in Italia, il nostro rap dev’essere accompagnato dalla classica musica melodica italiana che viene esportato in tutto il mondo.
E dunque si è visto il dissing fuori luogo dei Gemelli Diversi che si sono sentiti offesi, perché non accettano il fatto che possono non esser graditi da tutta la popolazione terrestre, attaccando, prettamente a scopo pubblicitario, su Youtube, il povero Fibra che aveva osato nominarli, dicendo al mondo che quelli non gli sono simpatici.
Ultimamente si è visto il ritorno di J. Ax, dopo l’imbarazzante album da solista, che comunque ha venduto le sue copie. Ritorno all’hip hop avvenuto con varie collaborazioni con queste gang milanesi, che spesso sembrano ricordare il grande J. Ax di “Così com’è”, “Così mi tieni”, “Non c’è rimedio”.
J.Ax rimane un grande artista, che, insieme all’ormai ripudiato dall’ex Spaghetti Funk, Dj Jad, ha costituito un pezzettino di storia della musica italiana. Grande artisticamente, un po’ meno come uomo si direbbe, a questo punto, ma alla fine siamo uomini e non caporali. Certo, però, se nel DVD la “Riconquista del Forum” si sente un J.Ax, godersi insieme allo spettatore il DVD, sbeffeggiare il rap, poiché non potrà mai dare le emozioni di un concerto rock, è normale che un appassionato di musica, qualsiasi essa sia, si senta preso per i fondelli. E d’altronde è lo stesso J.Ax, nella canzone “Fattore wow”, cantata con Marracash e l’ MC dei Club Dogo Guè Pequeno, a definirsi un pappone slavo a discapito della musica italiana. Anche il fatto che nelle sue rime, stia continuamente a ribadire i successi che ebbero i suoi dischi, non è che sia da apprezzare, anzi dimostra un atteggiamento infantile, ma forse è l’unico atteggiamento che ci si possa aspettare da chi il successo lo ha colto giovanissimo, senza far vivere in prima persona le difficoltà della vita.
Non si vuol criticare chi cambia percorso musicale, ma chi a seconda dell’aria che tira, ci si improvvisa a fare un certo genere musicale. Ma già si poteva dedurlo, quando nella seconda metà degli anni ’90 andava molto la musica latina e gli Articolo 31 se ne uscirono con “Guapa loca”. Una coerente incoerenza, la quale procura la nausea se si ascoltano dichiarazioni del tipo “Se l’album va male, faccio il muratore.” Qui nessuno vuole dare giudizi, al massimo si vogliono dare considerazioni. E considerazioni positive andrebbero fatte all’ex rapper Neffa che dimostra come si può cambiare genere, realizzando sempre musica di ottima qualità. Qualsiasi percorso possa intraprendere un uomo nel lavoro, nella vita, ci si sacrifica con perseveranza per raggiungere degli obiettivi, cercando di ottenere degli ottimi risultati. E può capitare di ricominciare da zero, ma ci si riprende per fare meglio di prima. E questo ha fatto Neffa, ha ricominciato da zero, facendo una musica soft-pop, swing, senza cambiare mai, migliorandosi sempre, regalandoci altre perle degne di “Aspettando il sole” e “Non tradire mai” . Ecco, egli è un chiaro esempio di professionalità.
Beh parlare di etica e professionalità al giorno d’oggi risulterebbe come raccontare una barzelletta, a maggior ragione nella discografia e nello show-business, quindi tutto questo è come se non fosse stato detto o, per la precisione, scritto.


Francesco Favia
 
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